Crediti:
Autore ed Interprete: Alberto Cendron
Editore: Grammofono Edizioni
L’idea di Raise nasce dalla mia partecipazione al progetto MITINCANTO, antologia sui miti del veneto in chiave europea, ad opera di Gianluigi Secco (Belumat) con cui ho collaborato dal 2013 fino agli ultimi anni di vita. La scoperta, grazie a lui, di una enorme varietà di leggende d’un tempo mi ha ispirato a immaginarne di nuove e più vicine a noi, ambientate sulle Dolomiti e incentrate su tematiche attuali come il rispetto della natura e la riscoperta della nostra umanità.
Raise, non a caso, è una parola che ha due significati in due lingue diverse.
In inglese significa innalzarsi, levarsi verso l’alto, in dialetto significa radici ovvero la parte della pianta che affonda in terra e scava verso il basso in cerca di nutrimento. Questa dicotomia mi ha portato ad immaginare uno spettacolo che da un lato cerca nella terra fondamento ed al tempo stesso si libra con fantasia.
Così è nato RAISE un’avvicendarsi di racconti in musica che accompagna gli spettatori nel bosco dove ho immaginato vivere creature magiche ognuna con le proprie qualità e mai del tutto buone o cattive.
È in realtà un viaggio in un luogo dell’anima dove è obbligatorio perdersi per ritrovare il proprio vero essere.
Non è una camminata facile.
Ci si deve confrontare con “strighe”, “anguane”, giganti, venti impetuosi, tempeste e creature oscure, prima di ritrovare il sentiero di casa.
Lo show è composto di circa diciotto canzoni (in dialetto veneto) introdotte da un breve testo narrato (in italiano) e dura circa un’ora e mezza per voce e chitarra.
La scelta di cantare in dialetto, oltre che cercare continuità con l’opera di Gianni Secco ha il valore di evocare con suoni (anche ladini e arcaici) nello spettatore l’incanto delle Dolomiti bellunesi.
La poetica dei testi proposti affronta temi come la vanità e il narcisismo dell’essere umano, la necessità di riscoprire la natura, la ricerca di sé, il clima che si rivolta contro l’uomo a causa dell’uomo, il cinismo, la violenza sulle donne e la loro la forza immane e soprattutto la meraviglia del bosco nel suo perfetto fragile equilibrio da difendere e serbare.
Per lo spettacolo ho costruito una scenografia molto particolare che consiste in una valigia di legno che aperta diventa un pezzo di bosco con tanto di erba, fiori,pigne,funghi e vipere scolpiti nel legno molto evocativi.
La superficie della valigia aperta occupa uno spazio di 2,40 X 1,70 metri.