
Interpretato da: Margherita Piccin, Stefano Bonato, Stefano Santangelo |
Drammaturgia di: Stefano Bonato |
Regia: Claudio Tomaello e Stefano Bonato |
Collage e realizzazione multimediale: Elena Dolif |
Un viaggio.
Un viaggio che inizia nel momento in cui si ha il coraggio di dire SÌ alla chiamata dei propri sogni, di rispondere SÌ alla vocazione più intima.
Nik dice SÌ nell’età dell’adolescenza, quando tutto è una questione di vita o di morte, quando ogni scelta sembra definitiva. Prima di costruire una città, gli antichi cercavano un grande fiume: garantiva loro acqua, energia e un passaggio privilegiato verso il mondo.
Il fiume che attraversa TEEN BOY – Ritratto Folk è la grande tradizione della chitarra acustica, a cui Nik attinge a piene mani. Un fiume che, con il suo scorrere inesorabile, colma silenzi e lenisce ferite, dando senso a un presente che troppo spesso appare scollegato dal passato.
La musica come specchio dell’anima
L’incredibile storia di una chitarra – la leggendaria Martin D-28 di Clarence White – diventa per Nik uno specchio in cui riflettersi, uno strumento capace di restituirgli una verità in grado di sciogliere il subbuglio del suo animo.
I grandi maestri della sei corde, il viaggio di una sonda spaziale tra le stelle e la figura paterna diventano presenze costanti e insostituibili, capaci di dialogare con il suo mondo interiore e fargli immaginare se stesso come un uomo capace di amare la vita.
Tra musica e universo: un viaggio senza confini
TEEN BOY – Ritratto Folk attraversa il tempo, lo spazio e l’anima. La vita di Nik si intreccia con la chitarra, l’universo, i libri e gli incontri che segnano un’esistenza.
In questa narrazione, gli oggetti – una Martin D-28, una sonda spaziale, una cometa, i libri – diventano simboli di qualcosa di più profondo: la scintilla che accende una vita.
Nik si muove tra musica e scienza, tra le corde della sua chitarra e le orbite delle sonde, spinto dalla nostalgia di chi cerca un significato, una verità nascosta oltre l’Orizzonte degli Eventi, un luogo dove la realtà e il sogno si confondono. I suoi viaggi, fisici e mentali, lo spingono sempre più vicino all’ignoto, a ciò che non può essere pienamente compreso, ma solo sentito.
Folk e bluegrass: la musica come rifugio
L’incontro con il folk e il bluegrass è un momento cruciale. La musica diventa rifugio e risposta alle domande esistenziali.
E la storia della Martin D-28 di Clarence White ne è la perfetta metafora: una chitarra segnata da una ferita – una buca creata da un atto violento – che genera un suono unico. Così è la vita: fatta di mancanze, di errori, ma anche di bellezza e rinascita.