
Interpretato da: Attore e Stefano Bonato |
Drammaturgia di: Stefano Bonato |
Un racconto teatrale tra leggenda e realtà
La Casa di Augusta è un viaggio tra passato e presente, tra storia e attualità.
Un racconto che intreccia la leggenda di Santa Augusta, martire cristiana del V secolo, con le vicende di una giovane donna contemporanea, costretta ad affrontare la sfida della vita e dell’accoglienza.
Augusta è una giovane italo-francese che torna nella casa della nonna in Veneto, un luogo carico di memorie e legami familiari.
Il suo cuore è malato e solo un trapianto potrà salvarla.
La storia della Santa diventa per lei uno specchio, un insegnamento che si intreccia con la sua lotta per la vita.
Nella sua ricerca, Augusta incontra altri personaggi che arricchiscono il suo cammino:
Bill, un reporter inglese segnato dalla perdita del padre, con cui condivide le proprie fragilità.
Rina, la nonna, simbolo di amore e radicamento, custode della memoria familiare.
Ye, una giovane donna eritrea, in fuga da un destino incerto, la cui voce racconta il viaggio disperato attraverso l’Africa e il Mediterraneo.
Ogni storia si intreccia alla leggenda di Santa Augusta, figlia del tirannico Re Matrucco, che si ribellò alle imposizioni paterne e scelse il proprio destino.
Ma le mura costruite dal Re per proteggere il suo regno sono davvero una difesa?
O sono barriere che soffocano e impediscono la vita?
Un racconto teatrale tra simboli e attualità
Un parallelismo tra storia e contemporaneità, che riflette sul concetto di chiusura e accoglienza.
Musica dal vivo, con la chitarra di Stefano Bonato, che crea un’atmosfera intima e coinvolgente.
Voce fuori campo registrata, che porta in scena il tema della migrazione e della resilienza.
Una riflessione aperta, che non offre risposte semplici, ma invita il pubblico a interrogarsi su coraggio, diversità e accettazione.
“Mi chiamo Ye.
Ho fatto un viaggio molto lungo, durato quasi quattro anni, passato dall’Etiopia, dal Sudan, dalla prigionia in Libia e quasi terminato sul fondo del Mar Mediterraneo, il cimitero d’acqua dove ogni anno perdono la vita centinaia, migliaia di esseri umani.”
Un’esperienza che tocca corde profonde
La Casa di Augusta non è solo uno spettacolo, ma una riflessione collettiva sulla fragilità umana e sulla capacità di trasformare le barriere in ponti.
Un viaggio tra passato e presente, tra la leggenda medievale e una realtà più che mai attuale.
Un cuore nuovo, che diventa simbolo dell’accoglienza: il corpo di Augusta rifiuterà il cuore di uno sconosciuto o saprà accoglierlo per costruire una nuova vita?
Una porta che si apre, perché accogliere l’altro significa superare la paura e abbracciare il cambiamento.
Attraverso il confronto tra le difese del corpo umano e le mura erette da Re Matrucco, lo spettacolo esplora il tema della chiusura come limite, evidenziando il rischio di proteggersi al punto da isolarsi e soffocare ogni possibilità di rinnovamento.